In Italia si stima che la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) colpisca circa 7 milioni di persone; di queste, 4 milioni circa soffrono di OSAS grave. Il target di elezione è l’uomo sopra i 45 anni o le donne in menopausa. Ma se guardiamo il numero delle persone che sono in cura, questo risulta davvero basso. Per questo abbiamo deciso di chiedere al dr.Luca Sacchetto e al professor Antonio Gracco come affrontare questo disturbo.
Perché le apnee notturne sono pericolose? Le apnee ostruttive del sonno possono provocare molteplici rischi. Lo stress che subisce l’organismo dei pazienti a causa di un sonno frammentato può creare una serie di problematiche estremamente severe quali rischio di infarto, ipertensione arteriosa, ictus; inoltre, si possono sviluppare più frequentemente condizioni quali sindromi metaboliche, diabete mellito, farmaco-resistenze. Un secondo, ma importantissimo, problema è legato al fatto che questi soggetti sono estremamente affaticati nel corso della giornata e possono anche avere episodi di addormentamento improvvisi.
Quali sono le peculiarità della medicina del sonno in ambito odontoiatrico che voi adottate? Il compito principale che compete all’odontoiatra esperto in medicina del sonno è definire assieme al paziente affetto da OSAS (o anche solo da russamento) la corretta terapia e seguirlo lungo tutto il percorso. Questo può richiedere anche il coinvolgimento di altri medici specialisti, per cui il nostro studio si avvale di collaborazioni esterne per il trattamento del paziente.
Quali sono i segni clinici tipici della patologia e come si deve procedere per il suo inquadramento diagnostico? I disturbi del sonno vanno distinti in due categorie: quella relativa al paziente in età evolutiva (0-14 anni) e quella del paziente adulto. Nel bambino, infatti, è molto frequente riscontrare disturbi respiratori che sono però il frutto di una predisposizione anatomica naturale legata a una struttura scheletrica piccola e che deve ancora svilupparsi. Nei bambini è possibile correggere questa problematica con l’ortodonzia. Nell’adulto, invece, l’eziopatogenesi può avere origini sia di tipo anatomico che funzionale. I classici sintomi sono russamento, pause respiratorie o apnee/ipopnee nel sonno (riferite generalmente dal partner), risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento, sonno notturno non riposante, sonnolenza diurna, stanchezza. Il gold standard per la diagnosi in tale ambito è la valutazione polisonnografica, che grazie alla registrazione continua e simultanea di diversi parametri fisiologici – che avviene durante il sonno notturno spontaneo – ci consente di distinguere il semplice russamento dall’OSAS, di valutarne la gravità e di porre la diagnosi differenziale con altri disturbi respiratori del sonno. Una diagnosi corretta e una quantificazione adeguata della gravità della malattia sono i presupposti fondamentali per una scelta terapeutica efficace, ma è altrettanto importante associare lo studio dell’anatomia delle alte vie respiratorie che è di pertinenza dell’otorinolaringoiatra. Solo procedendo, infatti, con un approccio multi-step e multi-specialistico sarà possibile costruire un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato.
Con quali trattamenti è possibile intervenire? Per il trattamento sintomatico delle OSAS recentemente abbiamo introdotto l’utilizzo di dispositivi endorali notturni mini invasivi, come l’utilizzo di una maschera nasale che garantisce la completa pervietà della faringe durante il sonno, evitando la comparsa delle apnee/ipopnee. Si tratta ovviamente di dispositivi realizzati ad personam solamente dopo una diagnosi certa e una corretta definizione del problema. Sia nei bambini che negli adulti spesso si corregge con una cura ortodontica.
Nei casi più gravi abbiamo la possibilità di intervenire con la chirurgia maxillo-facciale oppure con la chirurgia otorinolaringoiatrica, con cui si correggono i possibili siti ostruttivi.